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Sabato, 27 Settembre 2014 17:02

Emys trinacris in natura

 

Emys trinacris

 

 

Ricerca degli habitat siciliani della Emys trinacris, nella provincia di Trapani. Ovviamente per l’importanza della sopravvivenza della specie, tralascio la descrizione della zona esatta dell’avvistamento degli esemplari. Dico solo che la posizione è isolata e si tratta di un piccolo stagno in buone condizioni naturali. Nella zona ci sono altri stagni che sarebbero da controllare accuratamente per verificare se sono anch’essi colonizzati, solitamente le Emys spp. usano spostarsi fra diversi stagni, a volte distanti anche di qualche chilometro tra loro. Attorno ci sono coltivazioni non intensive e sembra che sporadicamente gli agricoltori utilizzino la pozza per prelevare dell’acqua. Insieme all’amico Enrico (siciliano Doc) decidiamo di fare visita a questo stagno, da lui già conosciuto e scoperto nelle sue tante scorribande naturalistiche. Gli avvistamenti sono stati tutti di esemplari in acqua e nessuno era su rami o arbusti in modo da essere completamente fuori e quindi più fotogenico. Essendo ormai a metà Ottobre, pur con una giornata gradevole e soleggiata, appena arrivati, di prima mattina, non si vedevano esemplari, ma si sa che per avvistare tartarughe non è mai facile.

Verso mezzogiorno, quindi con le temperature massime, abbiamo iniziato ad avvistare alcuni esemplari e poco dopo in una zona a nord dello stagno, dove in superficie ci sono molte alghe e canne stese, ho contato oltre una ventina di teste affioranti.

 

Ovviamente il bacino è completamente circondato da un foltissimo canneto e fare foto non è semplice, si rischia sempre di finire in acqua da un momento all’altro.

 

Nel frattempo Enrico, in mezzo alle canne trovava una carcassa di una piccola Emys trinacris di circa 5 anni; purtroppo finché non sono adulte i pericoli naturali sono tanti, soprattutto aironi, rapaci e anche volpi.

Il bacino sembra in buone condizioni, ricco di alghe, rane e tanti insetti acquatici, ma quello che mi ha stupito è la mancanza assoluta di pesci, però la quantità di esemplari di Emys trinacris è veramente notevole, sia di adulti che di piccoli.

 

 

Prima di ripartire ecco una piacevole sorpresa: un ramarro dalla bellissima colorazione, neanche tanto spaventato, che ci osservava quasi stupito dalla nostra presenza; di lì sicuramente passano pochi esseri umani. La presenza del ramarro è sintomo di buona qualità dell’habitat.

 

di Agostino Montalti

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Sabato, 27 Settembre 2014 16:47

Testuggine palustre siciliana

 

Emys trinacris (Fritz, 2005)

Testuggine palustre siciliana

di: Enrico Di Girolamo ©

  

INTRODUZIONE

La popolazione di testuggine palustre presente in Sicilia per molto tempo è rimasta ai margini di un vero e proprio interesse scientifico, tanto che è abbastanza recente la sua riscoperta, soprattutto da un punto di vista tassonomico, essendo stata riclassificata nel 2005 (Fritz et al.) come una nuova specie, Emys trinacris (in greco antico la parola Trinacria si riferisce alla Sicilia),distinta da Emys orbicularis, specie alla quale veniva ricondotta prima di questa data.

TASSONOMIA

Emys orbicularis (Linnaeus, 1758), comprende una decina di sottospecie (il numero cambia a seconda degli autori), tra cui 2 presenti in Italia, ovvero: 

Emys orbicularis galloitalica (Costa Tirrenica e Sardegna)

Emys orbicularis hellenica (Costa Adriatica) 

Emys orbicularis capolongoi (Sardegna) è stata respinta trattandosi di un sinonimo di galloitalica (Rhodin, Van Dijk, Iverson, Shaffer, 2010) e probabilmente la stessa situazione riguarda Emys orbicularis ingauna (Liguria) la cui descrizione è ancora in corso. 

In passato la testuggine palustre siciliana rientrava secondo il parere di alcuni autori nella sottospecie galloitalica, per altri invece si trattava di hellenica, c’era anche chi distingueva il gruppo orientale da quello occidentale dell’isola, a conferma di quanto poco si sapeva su questa popolazione, tanto da non poter immaginare che si trattasse invece di una specie a sé stante. Infine nel 2005, degli studi approfonditi basati sul DNA hanno evidenziato una netta differenza rispetto ad Emys orbicularis, tanto da essere descritta come Emys trinacris (Fritz et al.), endemica della Sicilia. Le differenze riscontate sono a livello di DNA mitocondriale (mtDNA), e non di DNA nucleare, e sarebbe questo il motivo che potrebbe suscitare alcuni dubbi. Il termine “specie criptica” e il suo significato in contrapposizione  al concetto di specie è in discussione. E’ stato concluso che la delineazione di una specie basata sul mtDNA richiede l’applicazione di un “Concetto Filogenetico di Specie”. Sotto il “Concetto Biologico di Specie”, il mtDNA di un animale non è sempre uno strumento ideale per delineare le linee di demarcazione di una specie. Le specie criptiche non sono rare in natura, ma le difficoltà per la loro identificazione sono dovute alle insufficienti abilità cognitive dell’uomo. Questo è spiegato dal fatto che le distinte fasi di vita di una specie criptica possono differire a vari livelli dalle specie similari, come nel caso dei piccoli e gli adulti di Emys trinacris ed Emys orbicularis galloitalica.

LO STUDIO

Le prime popolazioni oggetto di studio hanno riguardato la parte Sudoccidentale dell’isola, e in particolare le due aree protette della Riserva naturale del “Lago Preola e Gorghi Tondi” e la Riserva naturale di “Torre Salsa”. La prima è situata nel Comune di Mazara del Vallo (TP), si tratta di una depressione carsica e costituita da quattro bacini, il lago Preola e i tre gorghi (Gorgo alto, Gorgo medio, Gorgo basso). Il lago Preola è un bacino temporaneo, attualmente in stato senile, la presenza di acqua al suo interno è appena percettibile, solo durante le stagioni più piovose può raggiungere una profondità di 30 cm. I  gorghi sono tre laghi in stato maturo e hanno profondità media di 7 m ognuno. La Riserva naturale di Torre Salsa invece, è situata nel comune di Siculiana (AG). L`area  è attraversata da diversi fiumi, con numerose ramificazioni spesso piuttosto profonde, lungo gli argini e presenta una vegetazione di tipo paludoso. Nella Riserva di Lago Preola e Gorghi Tondi sono stati prelevati (per scopi di ricerca) esemplari di tartarughe durante un periodo di tempo di circa otto mesi, da Marzo a Ottobre del 2003; le catture nella Riserva naturale di Torre Salsa si sono prolungate per circa cinque mesi, da Marzo a Luglio 2004. Per ogni esemplare catturato sono state misurate 12 varianti biometriche, rispettando in molti casi le convenzioni stabilite per Emys orbicularis (Graham, 1979; Zuffi & Gariboldi, 1995). La misurazione degli esemplari è stata fatta per mezzo di un calibro digitale con precisione di 10 millimetri e una bilancia elettronica con precisione di 1 grammo. Sul carapace di tutti gli esemplari sono state marcate incisioni combinate col fine di eliminare possibili errori durante l’analisi dei campioni (Stubbs et al., 1984). I dati raccolti sono stati utilizzati per la descrizione statistica e per analizzare le differenze tra i sessi. Sono stati esaminati 275 esemplari, 146 (79 maschi , 47 femmine e 20 piccoli) catturati nella Riserva di Lago Preola e Gorghi Tondi e 129 (58 maschi , 35 femmine e 36 piccoli) nella Riserva di Torre Salsa. In entrambi i gruppi, il rapporto maschi-femmine si è dimostrato a favore dei maschi, rispettivamente 1.68:1 e 1.67:1. Per gli esemplari di Lago Preola e Gorghi Tondi, l’ampiezza del ponte è stata la migliore variabile di discriminazione tra i sessi, mentre negli esemplari di Torre Salsa il miglior risultato si è ottenuto con l’altezza del carapace. Il rapporto maschio-femmina è un fattore ecologico molto importante capace di influenzare le dinamiche delle popolazioni. Finora il rapporto maschio-femmina nelle Emys trinacris non era mai stato studiato, sebbene erano stati registrati valori variabili negli esemplari italiani di Emys orbicularis, tra 1:1 e 1:2.4 (Mazzotti, 1995; Zuffi & Gariboldi, 1995; Mazzotti et al., 2007), sempre a favore delle femmine. Per quanto riguarda le popolazioni siciliane, presenti in zone di bassa latitudine quasi a livello del mare, il rapporto tra i sessi è fortemente sbilanciato a favore dei maschi. Considerando l’omogeneità dell’habitat naturale ed escludendo una differenza nel tasso di mortalità ingiustificata, la possibile causa del rapporto non bilanciato può dipendere da una maggiore mobilità da parte dei maschi. Il confronto dei valori ottenuti ha mostrato che la taglia dell’esemplare medio della popolazione nella riserva di Lago Preola e Gorghi Tondi è più ridotta rispetto alla taglia degli esemplari di Torre Salsa, le cui dimensioni medie sono simili a quelle di altri esemplari incontrati in altre zone della Sicilia (Ardizzoni & Fritz, 1998). Prendendo in considerazione il rapporto positivo tra il numero di uova deposte e le dimensioni delle femmine (Mitrus & Zemanek, 1998; Zuffi et al., 1999), probabilmente le due zone hanno diverse funzioni ecologiche. La Riserva di Lago Preola e Gorghi Tondi potrebbe costituire la zona di crescita, costituita da un ampio numero di subadulti ed esemplari adulti di piccole dimensioni, con un basso tasso di produttività. Mentre la Riserva di Torre Salsa, potrebbe ospitare una popolazione più matura caratterizzata da una grande produttività dovuta alla presenza di un numero più elevato di esemplari adulti di grandi dimensioni. Sulla base dei campionamenti avvenuti principalmente all’interno di queste due aree, è stata descritta come nuova specie la testuggine palustre siciliana in linea generale, cioè per tutta l’isola, ma teoricamente non si può ancora escludere che in altre zone, ad esempio nella parte Nordoccidentale (essendo quella più vicina alla Penisola), alcuni esemplari possano appartenere alla specie Emys orbicularis, e che quindi questa ed Emys trinacris siano specie simpatriche in Sicilia, ma solo ulteriori studi genetici che interesseranno le altre popolazioni potranno dare una risposta concreta a questa ipotesi.

(esemplare fotografato nella Riserva di Torre Salsa)

DISTRIBUZIONE E HABITAT

La testuggine palustre è presente in tutta l’isola, comprendendo il territorio di ognuna delle 9 province, anche se non in modo omogeneo e con popolazioni più o meno consolidate. Il suo areale arriva fino ad una altitudine di 1400 m (Monti Nebrodi). Predilige le acqua calme, ricche di vegetazione sommersa e galleggiante, quest’ultima molto utilizzata durante il basking. Si adatta a tutti i corsi d’acqua, sia naturali che artificiali, frequenta maggiormente stagni e zone paludose, ma anche piccoli laghi, fiumi e canali; sopporta anche acque salmastre.

CARATTERISTICHE FISICHE

La colorazione di fondo è scura, con caratteristiche striature e punteggiature gialle che ricoprono testa, arti, coda e carapace. Alcuni esemplari posso assumere da adulti una colorazione quasi uniformemente gialla con minima pigmentazione nera sul carapace (“maculosa morph” Fritz, 1992). Il piastrone negli adulti si presenta giallo, le suture orizzontali possono essere marcate di nero; in altri casi sugli scuti pettorali e addominali (e a volte anche alle estremità dei gulari e anali) rimangono evidenti delle macchie nere. Nei piccoli, alla nascita, il carapace ha una colorazione uniforme, ma più chiara rispetto al nero tipico dei piccoli di Emys orbicularis ssp; il piastrone ha una leggera macchia al centro che col tempo andrà sfumandosi fino a scomparire; le macchie degli scuti pettorali e addominali citati precedentemente appaiono successivamente alla nascita. In alcuni esemplari adulti, sul piastrone si può riscontare una cerniera semi-mobile tra gli scuti pettorali e addominali. Altra caratteristica del genere Emys spp., è data dalla coda particolarmente lunga. L’olotipo di Emys trinacris è stato descritto con una lunghezza del carapace di 13,2 cm, un’ampiezza massima di 10,3 cm, un’altezza (sempre del carapace) di 4,9 cm e una lunghezza del piastrone di 11,9 cm.

DIFFERENZRE MORFOLOGICHE

Distinguere le varie sottospecie di Emys orbicularis basandosi sull’aspetto esteriore, ovvero la morfologia, è molto difficile,  o per meglio dire impossibile, a causa della varietà di colorazioni, forme e altri particolari che si possono riscontrare in ogni singola popolazione, ma allo stesso tempo anche a causa dell’omogeneità che può esserci tra una e un’altra. Dal punto di vista morfologico, Emys trinacris è stata subito descritta essere simile ad Emys orbicularis galloitalica, quindi di conseguenza sembrerebbe che una sua identificazione senza ricorrere obbligatoriamente ad esami del DNA non sia da prendere in considerazione, a meno che non si sia certi sulla provenienza geografica. Ma nonostante ciò, a mio parere è possibile notare qualcosa, ovvero delle caratteristiche che, anche se non uniche o assolute, si possono definire tipiche o diffuse nella maggior parte degli esemplari di questa specie, e che ci possono aiutare a identificarla. In particolare occorre osservare gli occhi, gli arti anteriori e gli scuti marginali inferiori. Gli occhi in Emys trinacris si caratterizzano per avere la pupilla circondata da due linee orizzontali e due verticali, che formano una “croce”; invece in Emys orbicularis, le linee orizzontali ci sono quasi sempre, ma quelle verticali spesso o non sono presenti oppure in minima parte e poco visibili. Mi è capitato di avvistare alcune Emys trinacris nelle quali le linee attorno la pupilla invece di essere 4 erano 5 e formavano un particolare disegno a “stella”. Passando agli arti anteriori, in Emys trinacris si presentano quasi sempre punteggiati di giallo in modo uniforme e per intero; in Emys orbicularis le macchie possono essere concentrare nella parte interna degli arti, formando una o due strisce gialle maggiormente evidenti. Infine gli scuti marginali visti dal lato del piastrone, in particolare quelli che formano il ponte, in Emys trinacris sono raggiati di giallo, invece in molte Emys orbicularis hanno disegni meno evidenti, oppure sono completamente neri. Queste tre caratteristiche sono da prendere in considerazione nel caso di esemplari adulti o subadulti, ma ripeto, ciò non vuol dire che non possano essere presenti anche nelle varie sottospecie di Emys orbicularis, o viceversa, e nemmeno basta prenderne in considerazione una sola, ma complessivamente una Emys spp. che le presenta tutte e tre ha buone probabilità di essere una trinacris. Se identificare un adulto di Emys trinacris risulta difficile quanto distinguere le varie sottospecie di Emys orbicularis, lo stesso non si può dire dei piccoli alla nascita, che in tal caso possiamo definire unici nel loro aspetto. In questo caso ciò che occorre guardare è il piastrone, e in particolare la macchia presente al centro. Questa infatti è piccola e meno evidente, più sul grigio che nera, rispetto a quella che invece caratterizza i piccoli di Emys orbicularis, che è sempre nera e più estesa. Il colore meno acceso della macchia nei piccoli di Emys trinacris si può notare anche durante la crescita di questi, infatti nei casi in cui successivamente appaiono le macchie sugli scuti pettorali e addominali, questi saranno nettamente più scuri della macchia centrale, che col tempo andrà scomparendo. Infine, un’altra differenza che c’è tra i piccoli di queste due specie riguarda la grandezza al momento della nascita, infatti Emys trinacris è di dimensioni mediamente inferiori.

(sopra Emys trinacris, sotto Emys orbicularis ssp)

DIMORFISMO SESSUALE

I maschi solitamente raggiungono minori dimensioni, non solo in lunghezza (12-13 cm) ma anche per quanto riguarda l’altezza del carapace, e hanno la coda più larga alla base con la cloaca posta circa a metà lunghezza; le femmine sono di maggiori dimensioni (14-15 cm) e di forma rotondeggiante, e hanno la coda più sottile (non sembrano esserci differenze invece per quanto riguarda la lunghezza di quest’ultima) con la cloaca posta alla base. Inoltre i maschi possono avere il piastrone concavo e l’iride di colore arancione (accentuato nel periodo degli accoppiamenti, solitamente è giallo); le femmine di contro, hanno il piastrone piatto e l’iride generalmente giallo. Infine nei maschi la parte anteriore della testa è scura o con poche macchie; invece le femmine presentano più striature e macchie che comprendono anche la mandibola.

(femmina a sinistra, maschio a destra)

RIPRODUZIONE

Gli accoppiamenti solitamente iniziano con la fine dell’Inverno, ma sono stati documentati anche nel mese di Febbraio, poichè le temperature abbastanza miti della regione limitano il periodo di letargo a poco più di tre mesi, e durante questi non si può parlare in ogni caso di un sonno continuo. Quindi si presume che un esemplare femmina adulto effettui più di una deposizione a stagione, comprendente in media 7 uova. L’ accoppiamento avviene completamente in acqua, è preceduto da un corteggiamento nel quale il maschio si avvicina alla femmina con la bocca aperta tentando di morderla, successivamente le sale sul carapace aggrappandosi al bordo con le unghie e inizia a oscillare la testa sopra quella della compagna, infine avviene l’amplesso. Le femmine depongono nelle immediate vicinanze di un corso d’acqua; le uova sono di forma ovale e misurano circa 3-3,5 cm di lunghezza per 2 cm di larghezza. I piccoli alla nascita hanno un carapace di 2,2-2,5 cm e pesano 4 grammi.

(resti di un uovo all'uscita di un nido)

ALIMENTAZIONE

La specie è carnivora, ma si nutre di tutto ciò che riesce a trovare e che l’ambiente le offre, quindi anche in piccola parte di vegetali se occorre. I piccoli hanno una dieta basata principalmente su insetti e loro larve; con la crescita si estende ad altri animali quali anfibi (comprese uova e girini), molluschi, crostacei e pesci.

(potenziali prede, a sinistra un coleottero acquatico Dytiscus spp, a destra una rana verde Pelophylax spp)

MINACCE E SITUAZIONE LEGISLATIVA

E’ una specie che da adulta conta pochissimi predatori naturali, il periodo di maggiore rischio è quello dei primi anni, infatti i piccoli sono molto vulnerabili e anche le uova sono soggette all’attacco di mammiferi e uccelli. Ma ciò che principalmente minaccia la testuggine palustre in Sicilia è l’azione dell’uomo, infatti la distruzione e l’inquinamento dell’habitat sono un problema che  se non affrontato seriamente potrebbe condizionare in futuro la sua sopravvivenza. Nonostante la descrizione come nuova specie, attualmente la principale fonte legislativa che tutela Emys trinacris rimane la Convenzione di Berna riferita ad Emys orbicularis, la quale vieta la cattura e detenzione degli esemplari selvatici e la distruzione degli habitat naturali.

BIBLIOGRAFIA

Fritz et al.: A new cryptic species of pond turtle from southern Italy, the hottest spot in the range of the genus Emys - 2005

Fritz et al.: Variation of Sicilian pond turtles, Emys trinacris - What makes a species cryptic? - 2006

Stefania D’Angelo et al.: Biometric characterization of two Sicilian pond turtle (Emys trinacris) populations of south-western Sicily - 2008

Manfred Rogner: European Pond Turtle – Edition Chimaira – 2009

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